Opera ritorna al passato

OPERA (11 dicembre 2012) – Sarà la nuova cascina che sta sorgendo alle spalle della Valtidone uno dei legami tra passato e presente, tra storia e futuro del territorio operese. Cascina Zerbo: questo il nome della nuova struttura che nei pressi della pista ciclo-pedonale collega l’omonimo rione dove sorgeva una delle più importanti cascine operesi alla frazione di Noverasco. Il nome, voluto dall’Amministrazione Comunale ha l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione, soprattutto dei più giovani, su quella che è la tradizione agricola che ha segnato lo sviluppo del Comune di Opera. Un passato che la giunta Fusco ha voglia di mantenere vivo, attuale. Infatti, grazie ad un accordo con gli agricoltori, gli studenti potranno recarsi in visita presso la struttura che manterrà elementi urbanisti e caratteristici delle cascine lombarde. Attraverso l’attività portata avanti in questa appendice agricola che sorge vicino ad un quartiere industriale-residenziale anche i più giovani, gli uomini del domani, potranno studiare e vedere da vicino i frutti della terra e le coltivazioni tipiche di una zona – tra le più importanti – del sud Milano.
Una rievocazione della memoria agricola che si estrinsecherà anche nel nome della strada che, dalla via dei pioppi condurrà alla cascina: la via Gabellina. Il nome, anche in questo caso, è stato individuato per ricordare la vecchia cascina che sorgeva poco distante dalla cascina Zerbo, al di la di un passaggio a livello ormai in disuso.
Il progetto è stato approvato dal parco Agricolo Sud Milano e le mitigazioni ambientali previste sono state pianificate con gli operatori stessi che si occuperanno di alberare il viale che conduce alla costruzione rurale e circondare la stessa cascina con adeguata vegetazione.
“Abbiamo fortemente voluto mantenere la tradizione agricola in quest’area alle porte della città – spiega il sindaco Ettore Fusco – per preservarla da futuri appetiti speculativi. La zona in questione, infatti era già stata individuata come una delle possibili sedi dell’inceneritore che la voleva – e che probabilmente vorrebbe ancora – la società A2A”.
Ufficio stampa Comune di Opera

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