Milano – «Innovazioni tecnologiche sul luogo del crimine», a Palazzo Isimbardi l’esperienza americana al servizio dei professionisti del Milanese

Milano, 3 Aprile 2012 – S’è svolto, oggi, a Palazzo Isimbardi, il convegno sul tema «Innovazioni tecnologiche sul luogo del crimine. Ovvero come evitare l’errore giudiziario derivante da cattive procedure d’intervento sulla scena del reato». Nell’ambito dell’incontro, sono state illustrate, ai professionisti presenti, le tecniche più innovative, utilizzate pure a livello internazionale, legate all’analisi del luogo del crimine. L’obiettivo era quello di stimolare l’aggiornamento e la formazione. L’appuntamento, destinato ad agenti delle forze dell’ordine, avvocati, medici, giornalisti e psicologi, è stato introdotto dal presidente On. Guido Podestà, ed è stato concluso dal presidente dell’associazione «Centro Studi Politiche per la Sicurezza» e membro dell’Osservatorio per la trasparenza e il controllo della Provincia di Milano, On. Gaetano Pecorella. L’evento s’è, poi, sviluppato, in mattinata, attraverso gli interventi del presidente dell’Accademia italiana Scienze Forensi, generale Luciano Garofano (anch’egli componente dell’organo collegiale di garanzia istituito dall’Amministrazione), e del procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Milano, dottor Alberto Nobili. Nel pomeriggio, invece, è stato il turno degli speech sulla case history d’oltreoceano, tenuti dal docente dell’Indiana University Joseph P. Bono e dal professor Peter Neufeld. Quest’ultimo, in particolare, s’è soffermato sul celebre «Progetto innocenza», noto negli Stati Uniti per i servizi di clinica legale rivolti ai detenuti che dichiarano la propria innocenza e che chiedono di dimostrarla attraverso test del Dna.
«Il garantismo, sul quale ho sempre basato la mia azione politica, mi induce a sostenere che la tecnologia può assistere i soggetti inquirenti a individuare i veri colpevoli “al di là di ogni ragionevole dubbio” – ha dichiarato il presidente Podestà -. Le profonde trasformazioni che hanno investito, negli ultimi anni, le tecniche di intervento, di repertazione, di conservazione e di analisi delle tracce del reato, vanno incontro a questa esigenza e costituiscono degli strumenti utili per garantire ai nostri cittadini una giustizia capace di offrire equità di giudizio».
«Oggi la scienza è entrata, a pieno titolo, nel processo penale – ha aggiunto l’On. Pecorella -. Risulta, dunque, necessario considerare l’innovazione tecnologica un’opportunità per analizzare, nella scena del crimine, ogni piccolo indizio. Tale ragione deve, così, esortare tutti gli addetti ai lavori a condividere una cultura del rispetto della traccia. Ogni piccolo errore di valutazione può, infatti, determinare una duplice conseguenza: la condanna di un innocente e la possibilità che il vero colpevole, lasciato libero, commetta nuovi reati».
Ufficio stampa Provincia di Milano

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