Opera – SGAMBETTO AI COMUNI E AL FEDERALISMO

OPERA ( 5 Dicembre 2011)- Ancora una volta siamo stati colpiti dalla scure di Roma che si abbatte sulle nostre teste con l’aggravante della responsabilità da parte dell’attuale Governo tecnico costituito, in grande fretta, per salvare il Paese. Da cosa o da chi, però, gli italiani non l’hanno proprio capito.
I primi cittadini sono stati per l’ennesima volta imbrogliati da chi si è rivelato essere incapace di gestire una situazione politica, non certo tecnica, poiché le scelte coraggiose le devono fare gli eletti dal Popolo e non certo un’accozzaglia di banchieri, tecnocrati e parassiti, figlia di nomine partitiche all’interno di prefetture, enti pubblici, banche e società dello Stato, composta da professionisti a cui è stato rifatto il trucco per essere proposti agli italiani come dei tecnici lontani dalla politica.
Così abbiamo un ex Prefetto all’Interno, un ex dirigente ASL alla Sanità, un ex banchiere ed ex Amministratore Delegato di Poste Italiane allo Sviluppo economico e Trasporti e tante altre figure tutte nominate, nel loro passato tecnico, proprio dai partiti per ricoprire ben retribuiti incarichi grazie ai quali oggi possono formare un Governo Monti fingendosi dei puri. Un Primo Ministro che, anche lui in passato, ha ricoperto ruoli grazie a nomine di partito e che oggi, grazie al partito che non voleva più Berlusconi premier, ha ottenuto proprio dal Presidente Napolitano leader della sinistra, la nomina a Senatore a vita, alla faccia della riduzione dei costi della politica.
Ma tutto questo lo avevamo accettato chini dinanzi ad una volontà popolare più condizionata dai mass media, ciascuno dei quali con un padrone e degli interessi ben precisi, piuttosto che consapevole di quanto stesse accadendo nel mondo economico, dove le borse e lo spread diventavano sempre più metro di giudizio per la politica nazionale.
In questi ultimi mesi sono stati delegittimati i politici, trasformati nella casta, e sostituiti dai tecnici che in fondo non sono niente altro che parassiti della casta stessa poiché da questa nominati dapprima sulle poltrone che li hanno arricchiti e poi, oggi, chiamati addirittura alla corte del re Napolitano per restaurare la prima Repubblica, sulla falsariga dei non rimpianti pentapartiti, e fingere di cambiare tutto per non cambiare nulla.
Intanto i comuni muoiono per gli sprechi del sud, di cui a Roma sono ben dotti, e per il freno allo sviluppo messo dal Patto di Stabilità che blocca i soldi del nord per bilanciare quelli dei dissesti al sud. E dalla Manovra Monti un altro attacco alle pensioni di chi ha lavorato una vita e nessun accenno allo sviluppo, con buona pace dei sindacati, dei partiti, degli indignati, di confindustria e di quanti hanno ragliato come forsennati fino a metà novembre.
Ufficio stampa Comune di Opera

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