Milano – Province, Podestà: «Nessuna difesa della “poltrona” ma riforma del livello intermedio di Governo per dare più efficienza ai cittadini»

Milano, 31 gennaio 2012 – «La mobilitazione di oggi è inquadrata nell’ottica di difendere da un lato la rappresentanza democratica di cui i nostri enti sono espressione e dall’altro di contribuire all’ammodernamento del Paese come giustamente preteso dai cittadini – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà, nel giorno della protesta, organizzata dall’Unione province italiane, contro la prevista cancellazione delle Province. Sono convinto, infatti, che si debbano ridurre i costi e migliorare l’efficienza delle nostre amministrazioni. Non possiamo, però, accettare l’esautorazione di un livello intermedio, costituzionalmente previsto, come sottolineato anche dal professor Valerio Onida presidente emerito della Corte costituzionale nel suo intervento al Consiglio provinciale di Milano, quando esistono in Italia altri 4.500 enti di livello intermedio (unione di comuni, enti parco, agenzie, comunità montane e altri). Ci sembra una modalità sbagliata anche per via del modo surrettizio con cui si sta procedendo verso una riforma di natura costituzionale tesa a svuotare di valore e di significato, il livello di governo rappresentato dalle Amministrazioni provinciali. Oggi lo si pratica con i nostri enti, domani lo si potrà fare con i Comuni, con le Regioni e magari con il Parlamento. La libertà e la democrazia sono valori dei quali si coglie l’importanza una volta smarriti. D’altra parte, va sottolineato, che un recente studio dell’Università Bocconi sui reali costi di questi Enti, dimostra come le Province italiane, mediamente, siano tra i soggetti più efficienti. Il “costo” della politica che io chiamo “costo” della democrazia e della rappresentanza, incide per 1,9 euro all’anno su ciascun cittadino italiano al pari di due caffè. E nelle regioni più virtuose, all’interno delle quali va compresa certamente la Lombardia, questo costo si dimezza. Inoltre, fra le pagine dello studio, curato dal professor Lanfranco Senn in collaborazione con il professor Roberto Zucchetti, ciò che balza agli occhi senza fraintendimento è che un trasferimento di funzioni dalle Province verso le Regioni comporterebbe una crescita di spesa (per esempio quella relativa al personale) capace di annullare completamente il vantaggio determinato dall’abbattimento del cosiddetto “costo” della politica. Ci troviamo di fronte, come anticipavo poco fa, a un’azione surrettizia di questo Governo con la quale si vuole modificare una struttura costituzionalmente prevista, svuotandola delle funzioni e del significato, non attraverso un percorso di revisione costituzionale ma attraverso una legge ordinaria. Infine, ricordo che lo scorso 26 gennaio, a Firenze, nell’ambito della riunione dei presidenti di Provincia delle 10 città metropolitane, s’è proposto, che attraverso l’emanazione di un apposito decreto legge, sarà possibile avviare le funzioni e competenze (infrastrutture, ambiente, trasporto pubblico, politiche del lavoro, pianificazione territoriale) di questi nuovi e più efficienti Enti. In sette-otto mesi si potrà giungere all’obiettivo. Un miglioramento dell’efficienza di strutture a livello delle 10 principali aree del Paese, dove si crea lo sviluppo, comporterebbe un guadagno anche in termini di crescita e di occupazione. La posizione mia e degli altri presidenti di Provincia non è una difesa conservatrice della posizione ma il convincimento della necessità dell’evoluzione dell’ente intermedio di Governo per rispondere con maggiore efficacia ed efficienza alle esigenze dei cittadini».
Ufficio stampa Provincia di Milano

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